di Giuseppe e Loredana Palumbo
Vi racconto ciò che mi capitò il 10 maggio 1987. Avevo quasi raggiunto lo stadio, ero in vespa, con me c’era mio padre. Mentre scendevamo via Terracina la vespa cominciò a sbandare: avevo bucato. La cosa più tragica era che anche la ruota di scorta era bucata! Le imprecazioni di mio padre non ve le dico. Ci incamminammo verso il garage, io che portavo la vespa a mano e mio padre che mi ripeteva: “verimmece ‘a partita po’ verimm comm amma fa”. Dopo aver parcheggiato la vespa entrammo allo stadio e ci accomodammo ai nostri posti in tribuna. Ma dopo un po’ arrivò un tizio che si piazzò davanti a noi e non accennava ad andarsene. Pensai: “mo succede ‘o burdell”. Il primo avviso da parte di mio padre fu: ” Scusate, ma qua non state bene, dovreste andare a sedervi al posto vostro”. Il tizio rispose: “Si, tra un po’ vado via”. Stava per cominciare la partita ed il tizio non solo stava ancora lì, ma si accovacciò nel tentativo di vedersi la partita inginocchiato. Il secondo ed ultimo avviso di mio padre fu: “Amico, si nun te ne vai a nanz a me, te meng acopp a bascio”. Grazie anche alle proteste di chi ci stava intorno, il portoghese si dileguò e potemmo cominciare a goderci la giornata. Durante l’intervallo mio padre raccontò della vespa al nostro vicino di posto che non sapevamo abitasse a Fuorigrotta; ci disse di andare a nome suo nel garage dove teneva la macchina e si sarebbero messi a disposizione. Finita la partita dopo aver festeggiato sugli spalti seguimmo le indicazioni del nostro vicino. Il garagista ci prestò una ruota di scorta e così potemmo ritornare a casa ed andare a festeggiare il primo scudetto nella storia del Napoli!
Ovviamente il giorno dopo restituimmo la ruota al garagista.