giovedì, Dicembre 4, 2025
HomeCalcioIl “valore aggiunto” del Napoli

Il “valore aggiunto” del Napoli

Performance calcistica ed economica non vanno sempre a braccetto. Un costo elevato della rosa non sempre porta vittorie e trofei, ne abbiamo casi evidenti in seria A e non solo. L’alchimia tra i giocatori, la fame di vittorie, un allenatore in grado di plasmare un gruppo di ragazzi in una “squadra” che meriti questo nome per la voglia di sacrificarsi per l’obiettivo comune. Sembra la descrizione del Napoli di quest’anno, un esempio plastico dell’eccezione alla regola del legame tra costo della rosa e successo in campo. L’occasione per parlarne è il recente aggiornamento di Tranfermarkt del valore delle principali rose dei campionati europei (tabella sotto), con la constatazione del primato del Napoli in Italia e l’ottimo piazzamento in Europa (11ma su 100 classificate). Seconda in Italia il Milan, con €547,25 milioni di valore della rosa, seguita da Inter (€534,45 mln), Juve (€420,7 mln), Atalanta (€329,5 mln), Roma (€317,15 mln) e Lazio (€274,9 mln). In Europa, il primato spetta al Manchester City, con un valore della rosa pari a €1,05 miliardi, influenzato tuttavia da costi di acquisto ben più alti. Per comprendere il “valore aggiunto” del Napoli va presa in considerazione, infatti, la differenza tra il valore che la rosa ha acquisito sulla base della performance sportiva e il costo iniziale della rosa stessa sulla base degli acquisti dei giocatori. Tre variabili (costo della rosa, valore e performance calcistica) non indipendenti tra loro ma che hanno visto nel Napoli la loro migliore espressione grazie a un ottimo scouting, a una sapiente amalgama tra i giocatori e a un gioco efficace che ne ha incrementato il valore. Più in dettaglio, a fronte di un costo di €341,30 milioni, il valore della rosa del Napoli ad oggi è di €629 milioni, “aggiungendo valore” dunque per €287,7 milioni. C’è solo una squadra in Italia con differenza negativa tra il costo della rosa e il suo valore (-24,05 mln di euro), vi lascio intuire quale (aiutino, iniziale J). Dunque l’incremento di valore della rosa del Napoli è stato di ben il 45,7%, quasi un miracolo economico-finanziario. Si tratta di un motivo per “fare profitto” attraverso le vendite? Non necessariamente, anzi. Mutuando dalla finanza un concetto tipicamente applicato negli investimenti, il momento migliore per vendere è quando si ha la percezione dell’imminente raggiungimento del picco, non all’inizio di un potenziale trend. L’età relativamente bassa della rosa del Napoli (24,6 anni all’acquisto), l’entusiasmo delle vittorie che accompagna i giocatori e una struttura contrattuale che mediamente può garantire la permanenza dei migliori, anche se a costo di rinnovi generosi, rappresentano fattori in grado di far prevedere il potenziale avvio di un ciclo piuttosto che la constatazione di un anno eccezionale e irripetibile.


Fonte: Transfermarkt

Articoli Correlati
- Advertisment -spot_img

Articoli Popolari