Così come contro la Fiorentina gli azzurri non riescono a portare a casa i tre punti e allontanano la vetta sempre di più.
Quello di ieri non era il nostro Napoli.
Non poteva essere il Napoli che fa innamorare i tifosi.
Sono onesto, dopo aver preso visione del fatto che i calciatori avessero visto il video del tifoso “Cesare” ero convinto di vedere un’altra partita.
Dentro di me ingenuamente ho pensato che, al di la della indiscussa professionalità dei nostri ragazzi, dietro quegli sguardi ci fosse un cuore.
Per molti è stato così, per altri decisamente no, e chiedendo umilmente scusa a chi legge, per me, eterno romantico, se scendi in campo senza cuore, anche se hai i piedi buoni, non sarai mai un campione.
Ieri ho visto un Lorenzo voglioso farsi in quattro, ho visto un Mario Rui buttare il sangue, ho visto un Koulibaly provarci con il cuore, ho visto il solito Osimhen scaraventarsi su ogni palla, e poi ho visto il nulla.
Ho visto giocatori che stavano in campo per rispettare il compitino, ho visto ragazzi senza cattiveria.
Il gol preso dal Napoli al 1° minuto di recupero è l’apoteosi del menefreghismo.
Quando il quarto uomo ha alzato la lavagna con gli 8 minuti di recupero concessi da un imbarazzante Di Bello, ho pensato che sarebbero stati 8 minuti di sofferenza, dove stringendo i denti potevamo portarci a casa il risultato.
Sono passati 30 secondi e da un cross che tutto era, tranne che un cross, lento, insignificante, con i giocatori azzurri che non allungano una gamba neanche a pagarli, nasce il pareggio.
No, questo non lo tollero.
Possiamo perdere, possiamo pareggiare, possiamo fare ciò che volete, ma dobbiamo farlo con il cuore.
Su quella palla bisognava andarci come chi ha in se il sentimento dell’attaccamento alla vita, quel pallone andava divorato, preso a morsi, ma mai, e ripeto mai, fatto arrivare in quel modo ad El Shaarawy.
Non fa male il pareggio, non fa male l’aver probabilmente detto addio al sogno, fa male il modo in cui tutto ciò è avvenuto.
Non può sempre e solo essere una questione di mero lavoro per chi scende in campo.
Non lo meritano i tifosi, non lo meritano i tanti Cesare che “malati di Napoli” e non solo di Napoli, vorrebbero vedere maggior rispetto per una maglia che NOI amiamo più della nostra pelle.
Mancano 5 giornate. Onoratele, tutti, dal primo all’ultimo, iniziando dal Mister, che tanto ci ha fatto divertire durante il campionato, quanto ci sta facendo irretire con scelte che sembrano più dispetti che altro.
In primis la scelta di non schierare Mertens, che oggi DEVE assolutamente giocare in coppia con Osimhen, poi si perderà lo stesso, ma almeno diamo un senso a questo spettacolo indegno.
Al Napoli quest’anno non è stato chiesto di vincere il campionato, ma ad un certo punto ha il dovere di provarci, è da folli parlare di fallimento, ma è da folli dire “tanto il nostro lo abbiamo fatto”.
Se nel calcio girano così tanti soldi, da permettere stipendi che fior di professionisti non riescono a guadagnare in una vita intera, è perché il calcio vive sulla passione e sui SOGNI dei tifosi.
Non spegneteci la possibilità di sognare ragazzi, perché sarete i primi a riceverne le conseguenze in termini di affetto.
